La riforma delle BCC. La visione del Presidente della BCC di Buonabitacolo Pasquale Gentile
Un momento epocale per il sistema BCC che sta per essere riformato radicalmente. Ne abbiamo parlato con il presidente della BCc di Buonabitacolo, l’avvocato Pasquale Gentile.
“La riforma approvata fra marzo e aprile consiste sostanzialmente nell’obbligo per le Bcc di entrare a far parte di un gruppo bancario che abbia come capofila una società per azioni con un patrimonio superiore a 1 miliardo di euro, altrimenti si perde la qualifica di Bcc – afferma il presidente Gentile a quasimezzogiorno.it – E’ chiaro quindi come il governo voglia ottenere in tempi brevi l’aggregazione delle Bcc e la creazione di una holding unica nazionale in grado di raggruppare praticamente tutte le banche di credito cooperativo, con un patrimonio di quasi 20 miliardi di euro, detenuto in maggioranza dalle stesse banche, ma aperto a una quota di minoranza ceduta sul mercato dei capitali o a gruppi bancari cooperativi europei, fondazioni, ecc.” ha aggiunto Gentile. va ricordato che Il credito cooperativo è un sistema a rete composto da circa 370 banche di credito cooperativo-casse rurali (casse Raiffeisen in Alto Adige). Una riforma quindi che tende a snaturare il sistema BCC per come lo conosciamo. Una holding che si uniformerà alla realtà bancaria internazionale. “La holding eserciterà poteri di controllo e coordinamento sulle attività delle singole banche, attraverso dei contratti di coesione, con poteri che potranno variare per ciascun istituto, a seconda del suo grado di rischiosità, misurato in base a parametri oggettivi – ha aggiunto ancora il presidente Gentile – La holding potrà anche finanziare le singole Bcc, per le quali è prevista la modifica del numero minimo di soci e del limite massimo all’investimento in azioni, in modo da rafforzare il patrimonio di quegli istituti non adeguati alle esigenze attuali”. E’ prevista però un’importante eccezione. ” Non tutte le Bcc saranno obbligate a far parte della holding, a patto di avere riserve pari ad almeno 200 milioni di euro e di versare su di esse un’imposta straordinaria del 20 per cento. Oggi una decina le banche rientrano nel parametro, ma il governo prevedeva al momento del varo della normativa che solo pochissime avrebbero optato per questa modalità”. Non resta quindi che aspettare la conclusione di questa nuova delicata fase. Poi dunque si vedrà. Intanto vi è la certezza che alcune BCC, tra queste certamente la BCC di Buonabitacolo è pronta a questa nuova sfida.
da “QuasiMezzogiorno.it” del 17/05/2016