Riforma del credito cooperativo, BCC sul piede di guerra. De Luca: “a mali estremi estremi rimedi”
Il governo Renzi spinge per la riforma del credito cooperativo. L’esecutivo lavora ad un modello federale. Una banca capogruppo, in forma di spa, sotto le altre BCC legate alla holding capofila che eserciterà poteri di indirizzo. Una riforma che trova d’accordo anche Banca d’Italia e il Tesoro che potrebbe portare alla definitiva chiusura dell’esperienza maturata dai 379 istituti di Credito Cooperativo, con oltre 1,2 milioni di soci. Abbiamo chiesto l’opinione al direttore generale della BCC di Buonabitacolo, Angelo De Luca.
“Non siamo assolutamente d’accordo alle modifiche del sistema cosi come vengono prospettate; ci sarebbe un danno incalcolabili per le piccole e medie imprese ed anche per le famiglie. Occorre evidenziare che noi sosteniamo il 25% del credito per queste categorie che rappresentano la colonna portante dell’intera economia italiana” ha affermato il direttore generale della BCC di Buonabitacolo, Angelo De Luca (nella foto). Una dura presa di posizione quella di De Luca che ci tiene a precisare come da sempre le BCC, pur in un’ottica di sana e prudente gestione, mettono in stretta relazione l’aspetto qualitativo, vale a dire la conoscenza personale delle famiglie, degli imprenditori, delle aziende, a quello quantitativo dato dai numeri, da Basilea e dai rating, che in molti casi inibirebbero l’accesso al credito alle stesse categorie di operatori economici. “La riforma snaturerebbe tutto ciò – ha aggiunto De Luca – si perderebbe il contatto diretto e costante con il territorio a danno dell’economia reale. Certo non ci preoccupa il confronto; vengano pure professionalità ad affiancarci, ma non ci facciano perdere la nostra autonomia. Sappiamo che ci sono tante criticità anche nel nostro mondo; le sofferenze sono aumentate perché la crisi ha messo in ginocchio tante attività. Abbiamo perso dei soldi non perché abbiamo investito in derivati, come le grosse banche, ma perché hanno chiuso tante attività che abbiamo sostenuto” ha affermato De Luca. Poi De Luca, nella sua riflessione, non risparmia la politica nazionale. “Se il governo volesse fare un discorso serio e non dire solo castronerie dovrebbe intervenire per fare in modo che il sistema BCC ceda le partite anomale (NPL) con un finanziamento del 50% di questo comparto; cosi potremmo fare una cessione pro-soluto tombale e si libererebbero enormi risorse per continuare a sostenere l’economia reale e far ripartire il Paese. Certo, noi non ci nascondiamo dietro un dito, e quelle BCC che non hanno operato in maniera attenta ed hanno una percentuale di partite anomale superire al 20% è giusto che perdano la loro autonomia e vengano assorbite da altre BCC più virtuose. Un’ipotesi che probabilmente porterebbe alla riduzione del numero di un 20% ed è giusto che accada, ma non facciamo di tutta l’ erba un fascio. E’ un peccato che debba sempre pagare il giusto per il peccatore. Non buttiamo a mare decenni di nostri sacrifici, noi che abbiamo sempre considerato le nostre aziende come un fine e mai come un mezzo. Se ci deve essere una riforma, allora che tenga presente queste esigenze e non spari nel mucchio altrimenti a mali estremi estremi rimedi” ha concluso Angelo De Luca, direttore generale della BCC di Buonabitacolo.
da “QuasiMezzogiorno.it” del 01/03/2015