Riforma del Credito Cooperativo – Per il direttore De Luca: le BCC rimangano le banche della gente comune.
L’assemblea di Federcasse tenutasi a Roma, come si prevedeva è stata molto accesa ed è culminata con la clamorosa decisione delle dimissioni da parte del presidente di Federcasse, Alessandro Azzi. Vistosi sconfitto sulla possibilità di poter arrivare alla costituzione di un gruppo bancario unico, nell’ambito della riforma del credito cooperativo, non ha potuto fare altro che dare le dimissioni con decorrenza dal primo gennaio del 2017. Eppure Azzi aveva tutti gli elementi per capire, in tempo, che l’insoddisfazione delle banche di Credito Cooperativo in merito alla riforma erano state esplicitate in molteplici occasioni. A pesare sulla sua scelta, nonostante i diversi interventi con l’invito a restare, la contrapposizione connessa alla possibile costituzione di due gruppi: uno riconducibile a Iccrea Holding, l’altro a Cassa centrale banca (Ccb) presieduta da Giorgio Fracalossi. Va detto che, al momento, le dimissioni di Azzi, non sono state accolte dal Consiglio nazionale. Un ulteriore momento di riflessione sul futuro del sistema BCC lo si può ancora avere visto che l’assemblea è stata mantenuta aperta e aggiornata fino al prossimo 20 dicembre. In sostanza un ultimo tentativo per scongiurare la spaccatura definitiva all’interno del sistema delle Banche di credito cooperativo. “Non vogliamo rinunciare alla nostra autonomia, non possiamo diventare tasselli di un sistema bancario che si allontana dallo spirito che ha contraddistinto nel tempo la storia delle BCC – ha detto il direttore generale della BCC di Buonabitacolo, Angelo De Luca – Il punto di forza che negli anni ha fatto la storia delle BCC è la vicinanza al territorio, la disponibilità a dare risposte alle piccole imprese di provincia. La presenza costante vicino alle esigenze delle famiglie. Non possiamo snaturare questo modo di fare banca, che negli anni ha dimostrato essere un punto fermo dell’economia reale che non si basa sui mercati finanziari ma viceversa offre un punto di riferimento nel supportare la piccola economia delle aree marginali, spesso dimenticate dai grandi sistemi economici nazionali ed internazionali. Possiamo accettare la riforma e lo faremo, ma a patto che le BCC rimangano le banche del territorio, le banche dei risparmiatori. Le banche della gente comune. Ci aspettiamo che questo messaggio sia compreso da Federcasse e dalla politica nazionale che, evidentemente, guarda altro, si interessa di altro e sfugge dalle responsabilità che viceversa sono la sintesi del mandato politico che i cittadini assegnano alla politica” ha concluso il direttore generale della BCC di Buonabitacolo, Angelo De Luca.
da “QuasiMezzogiorno.it” del 02/12/2016